Arrivando da Marano per la vecchia strada, Pezza dà il benvenuto con una magnifica fontana lavatoio, datata 1904.
Come tutta la Valpolicella, anche la valle di Marano era povera d’acqua ma ricca di fontane, che servivano proprio a sfruttare al meglio le molte ma precarie sorgenti, grazie ad accurate opere di presa. La fontana serviva innanzitutto a fornire acqua potabile alle famiglie della contrada, acqua che veniva portata in casa a spalle con due secchi, spesso di rame (i cassirei), appesi alle estremità un arco di legno (la zerla).
Quasi sempre la fontana di contrada era costituita da una o più vasche, destinate a specifici e differenti usi: una con acqua sempre pulita per il bestiame poi una o due per il bucato ordinario e quello stagionale (la lissia). Per facilitare il lavoro delle donne, le vasche erano affiancate da pietre oblique con un canaletto o una fessura per impedire al sapone di finire tutto in acqua. La fontana poi era luogo di aggregazione sociale non solo per le donne, come ricordano alcune canzoni popolari.