Lunedì 13 maggio 2013 ore 21,15 nella Chiesa San Marco al Pozzo di Valgatara
Lunedì 13 maggio, nella chiesa di San Marco al Pozzo di Valgatara, ore 21,15 (a S. Floriano si imbocca la strada provinciale verso Marano, dopo poco più di un km all’ingresso dell’abitato si prende a sinistra) appuntamento con Roberta Dapunt, poetessa altoatesina, che scrive in italiano, in tedesco e in ladino ed è conosciuta e apprezzata in mezza Europa, oltre che in Italia: una poesia intensa, ruvida, tesa fra angoscia e ricerca d’armonia, in grado di entrare in pochi versi nelle ardue terre delle grandi verità, una voce alta e profonda che parla non al singolo individuo, ma agli uomini, alle anime, alle coscienze. “Rare volte, – commenta Eros Olivotto, che coordinerà la serata – , è dato incontrare un libro come “La terra più del paradiso” di Roberta Dapunt (Serie Bianca, Einaudi), in grado di esprimere tutta la forza di cui è capace il linguaggio. Evocatività, potere di definizione, riferibilità, simbolismo; come tutto ciò, che costituisce la cifra, o per meglio dire l’ordito della poetica di Roberta Dapunt si sposi con l’essenzialità propria di queste pagine, non è dato sapere”. Nata in Val Badia nel 1970, l’autrice osserva incessantemente il proprio mondo, calandosi concretamente in esso e rappresentandone gli ambienti, i riti e le tradizioni, i personaggi. Quanto emerge è un affresco, un quadro caratterizzato da un’esigenza insopprimibile; la caparbia definizione di un ordine e il senso di profonda fedeltà ai valori su cui esso si basa: l’uomo, la solitudine, l’inquieta ricerca di Dio, la sacralità della terra, la casa, il lavoro. Un universo, insomma, in cui la morte si intreccia con la vita, il tempo con lo spazio, il silenzio col ricordo, la cura, l’attenzione. E dal silenzio emergono ombre, volti, gesti che ci accompagnano in un viaggio, reale e concreto, e consentono di calarci, una volta tanto, all’interno di una dimensione di ricerca tutta interiore. “Padre, questo viso sepolto,/ la tua immagine piegata alla morte/ dentro il bianco letto non illude più nulla./ Ho chiuso la porta dietro di noi/ e come ritagliati dal profondo,/ fermi al centro della stanza i nostri cuori./ Uno morto, uno vivo.” Da “La terra più del paradiso” di Roberta Dapunt (Serie Bianca, Einaudi).
Commenti recenti