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RACCONTAR MARZO PORTA IN SCENA BROGI E ANDERLONI

L’Arena 06 marzo 2011

Marano. Tre appuntamenti con la letteratura, la musica e le tradizioni locali organizzati dalla Pro loco

«Raccontar marzo» porta in scena  Giulio Brogi e Alessandro Anderloni

Si comincia domani con la lettura e recita dell’Orlando Furioso a Santa Maria Valverde

«Raccontar marzo a marano» con Brogi, De Marzi, Anderloni e Coltro. È appena nata ma già adulta, l’iniziativa culturale della pro loco partita lo scorso anno con tre incontri dedicati alla lettura dei testi di Alda Merini, Luigi Meneghello e Mario Rigoni Stern.
Qui, nel cuore della Valpolicella, raccontare marzo non significa dare inizio alla primavera secondo i crismi delle antiche tradizioni contadine del “ciamar, osar marso”, in cui gruppi di giovanotti le prime sere del mese si urlavano frasi scherzose su ragazze e matrimoni in vista, veri o presunti, da un versante all’altro delle valli e con l’ausilio di grossi imbuti. «Dallo scorso anno», commenta Dario Degani, presidente della Pro loco di marano, promotrice degli eventi, «l’appuntamento si propone di accompagnare l’arrivo della primavera con un viaggio in tre tappe nel mondo della letteratura, nell’universo delle idee e delle parole, ritrovando vecchi e nuovi amici di lettura, magari non legati fra di loro da un unico filo ben visibile, ma sempre capaci di insediarsi nella nostra anima». Non si tratta quindi di dotte conferenze, ma semmai di incontri affidati a persone che hanno provato a ri-costruire, a ricreare la dimensione poetica quasi dal vivo, unendo acume critico e passione umana e culturale. «E al termine di ogni serata abbiamo voluto un piccolo momento conviviale con tutti i partecipanti», sottolinea Degani, «per poter condividere e commentare con amici anche occasionali emozioni ed echi».
Il primo incontro è in programma domani alle 21 nella chiesa di Santa Maria Valverde, con l’ “Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto, letto e recitato da Giulio Brogi, attore di grande successo, in grado di far rivivere nella modernità l’esplosione di fantastiche invenzioni e di meraviglie che rappresentano forse il punto più alto della poesia epica rinascimentale, non solo italiana. «Per la nostra Pro loco è un immenso onore ospitare un grande attore come Giulio Brogi», assicura il presidente, «Tutti conosciamo e abbiamo apprezzato non solo il suo mestiere, ma soprattutto la personalità, la sensibilità umana e culturale, con cui sa trasferire dentro di noi l’anima dei personaggi. A scuola ci hanno insegnato che per capire meglio i poemi cavallereschi occorre immaginare qualcuno che li declami col tono giusto, in un luogo non qualunque».
Per la location, la scelta è giocoforza caduta sul santuario di Santa Maria Valverde, uno dei luoghi più belli e magici della Valpolicella, messo a disposizione con entusiasmo dal parroco don Andrea. «Con la speranza», aggiunge Degani, «che sollevati sulla pianura illuminata, più vicini alle stelle e alle brezze primaverili, riusciamo a lasciarci andare lungo la corsa fantastica dell’Ariosto e di Orlando». Il secondo appuntamento è lunedì 21 marzo, sempre alle 21, nella sala polifunzionale di Valgatara, dove Bepi De Marzi e Alessandro Anderloni, con il coro La Falìa, guideranno il pubblico lungo un secolo e mezzo di storia italiana attraverso musica e canzoni. «Ogni epoca, ogni cultura, ogni evento di qualsiasi paese ha avuto la sua colonna sonora, ma in Italia la musica ha partecipato in prima linea e forse ha contribuito in modo decisivo a formare l’identità di nazione». Lunedì 28 marzo, ancora alle 21 sala polifunzionale di Valgatara, si chiude la serie con «Sloti, paroe e pitochi, viaggio nel Paese Perduto di Dino Coltro», con Filippo Tognazzo, Monica Rampazzo, Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini. Chitarra e fisarmonica creano l’atmosfera perfetta per rievocare il mondo contadino che Coltro, con amore e lungo studio, ha vivacemente ricercato e raffigurato, ricucendo i fili dispersi della nostra memoria e mettendoci davanti un ricco patrimonio di parole e storie nate dalla terra della Bassa veronese che, grazie a lui, sono entrate a pieno diritto nel vasto tesoro della cultura italiana. G.R.

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